Mohammed
Le quatrième jour La pluie tomba Comme une prière Du ciel.
À trois heure et quart Du matin Le vent semblait hurler À nos fenêtres :
« Marseille, pitié ! ».
poesie pagane
Mohammed
Le quatrième jour La pluie tomba Comme une prière Du ciel.
À trois heure et quart Du matin Le vent semblait hurler À nos fenêtres :
« Marseille, pitié ! ».
Ai Piedi Dei Palazzi
Io capisco L'irrimediabilità dei fatti E piango e sputo veleno
Contorcendomi Tra cemento e sudore Ai piedi dei palazzi.
Spira La Luna!
Spira la luna Pungente bottone Del cielo-cuscino Sulla civiltà
Tinta di carbone, Pare urlare: “Fuggite Dalle comodità!
Liberatemi Dal capezzale, Dormite Sull'erba!
Perdetevi Nei labirinti Dei boschi In solitaria!
Fidatevi Solo del vento, Delle sue promesse Di sorgiva!
Io, balia, Veglierò I vostri passi Con lieta insonnia”.
Sul Ciglio Di Casa
Per anni ho atteso Sul ciglio di Casa Prima che Tu vi entrassi,
Adesso che la abiti Bisogna partire.
Ah, un amore Si può consumare Senza incontrarsi?
Piombo
Piombo Dipingo Afasiche Menti
Culla Natale Fluidi Materni
Apnea Tensione
Apnea Tensione
Rullo Timone Galoppamenti
Ruggito Animale Digrignare Denti
Custode Di scrigno Di rose Piangenti
Serio Giocare Adulti Tormenti
Danza D'amore Prati Opulenti
Verdi Colombe
Nel punto più alto della bianca Medina la giovinezza riluce,
lenta chitarra innamorata del ritmo di un'architettura
che dal monte diffonde un tiepido incanto di nomadiche forme.
E già l'odore di melograno si mesce nell'aria
cristallina alle verdi colombe dei tronchi d'oliva.
Canto Gitano
Sotto le stesse lune, non pianti ma languide premure, sguardi che paiono carezze e parole d'affetto, di compassione.
Le pene che bollono nel petto leste scorrono dalle correnti del Genil ai mari del Sud, tropicali.
L'anima s'innalza al cospetto d'antichi palazzi Saraceni, sino a brulle alture, Innevate, dove l'aria è etere:
Tutte le guerre? dimenticate.